LO STRANO CASO DI CHARLES VALENTINE ALKAN
Nell'ardente fucina dell'arte romantica il pianoforte conosce a Parigi i momenti più significativi e rivoluzionari della sua storia. Qui compositori come Chopin e Liszt, fra i più raffinati e visionari protagonisti di questo periodo glorioso, rimettevano in discussione, per la prima volta dopo Beethoven, i limiti delle possibilità espressive di questo strumento. Pochi però sanno che parallelamente a queste e ad altre note figure del romanticismo musicale si svolse la vicenda artistica e umana di un singolarissimo virtuoso e compositore che nella capitale francese conduceva un'esistenza modesta e ritirata, pur dopo i fasti di una sfavillante gioventù da concertista: parliamo di Charles Valentin Alkan. Personaggio schivo ed enigmatico, apprezzato ed esaltato dai più grandi artisti della sua epoca, Alkan è oggi noto soprattutto per la suprema difficoltà di una certa parte della sua produzione pianistica, che sfida anche le più audaci e diaboliche creazioni lisztiane. Ma sono molti altri gli aspetti di questo compositore che attendono di essere illuminati. In queste pagine ci inoltreremo nella misteriosa vicenda biografica di questo bizzarro ed elusivo "rabbino mancato", partecipando con un punto di vista nuovo e inusuale alle entusiasmanti vicende artistiche che animavano Parigi in quegli anni.
E…
Molto spesso in questi versi troveremo la congiunzione “E” a unire il pensiero di chi scrive e la trasposizione sul foglio. E…la poesia esterna un dialogo interiore o un monologo o riflessioni ed emozioni che si decide di condividere. E…è un dono, un aprirsi all’altro, una ricerca di unione e condivisione, di incontro che la poesia può dare. Credo sia questo il suo scopo, del resto lo è dell’arte, questo linguaggio di universalità che valica i confini naturali, umani, di spazio e tempo. Attraverso musica, pittura, parola scritta, possiamo lasciare testimonianza di umanità, sentimenti, esistenze.
IL COLORE TURCHINO
Tra gli anni dell'Unificazione italiana e la vigilia della guerra di Libia scorrono le vicende di una famiglia siciliana di patrioti e di imprenditori illuminati. Gioachino, Costanza e i loro figli sempre al fianco di Garibaldi e Mazzini nelle battaglie prima militari e poi politiche, traducono il loro impegno anche in coraggiosi investimenti nella miniera di zolfo di loro proprietà. “Altrimenti sono un ipocrita, [..] il solito pigro possidente che in salotto professa libere idee di giustizia e di progresso e che poi chiude un occhio e anche l’altro sul più odioso e colpevole degli sfruttamenti”. Il lucido pensiero paterno riverbererà anche su Aloisa, l'unica bene amata figlia femmina (“una pennellata fiamminga tra i ricci scuri dei fratelli” ) che per talento artistico e personalità è destinata a un singolare cammino esistenziale. Drammatici accadimenti infatti la separeranno, già moglie e madre, dalla sua Isola, per condurla per sempre a Napoli. Nel fermento della fascinosa metropoli d'inizio Novecento, accolta con considerazione e affetto nei più vivaci luoghi di cultura (dalla villa caprese di Axel Munthe alla biblioteca dei Girolamini, dal salotto della Duchessa d'Andria ai circoli repubblicani), Aloisa potrà infine comprendere il senso stesso della sua vita e la forza rigeneratrice della sua vocazione musicale. Dalla Sicilia, tuttavia, ha portato con sé una statuetta fittile di Persefone, la fanciulla divina rapita nelle acque del lago che sorge nei pressi della casa di famiglia, icona potente e viatico che Gioachino, con preveggente sapienza, ha voluto donare alla sua figliola coraggiosa.
LA FELICITÀ COME DIRITTO
Se con "Il Diritto di Scegliere" Lucrezia aveva segnato una tappa fondamentale nel percorso delle donne verso l'autodeterminazione, ora, dopo il gesto clamoroso, si interroga se può rivendicare il diritto alla felicità. La sua audacia mette in discussione non solo il suo destino, ma anche l'intera società che la circonda. D'altra parte c'è Michele, superstite di un tragico episodio di guerra dimenticato dalla Storia per oltre 50 anni. La sua esistenza è stata un'ombra silenziosa, ma, ora, in questo romanzo corale, ha l'opportunità di aspirare alla pienezza dei sentimenti. Michele è un personaggio che incarna la resilienza e il desiderio di riscatto. L'autrice, reduce dal successo del suo libro d'esordio, dimostra ancora una volta la maestria nel ritrarre con profondità i personaggi che gravitano intorno ai protagonisti le cui vicende personali si intrecciano con il contesto storico-sociale in una lettura coinvolgente e appassionante.