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Superintelligenza

16,00 

In occasione del funerale di Nicola Sassanelli, morto a causa di un misterioso incidente, suo figlio Roberto, giunto dagli Stati Uniti dove vive, incontra Giulio Valentini, socio d’affari di Nicola, per consegnargli una cartella a lui intestata che ha ritrovato nello studio del padre. Il contenuto della cartella condurrà Giulio nel mondo dell’Intelligenza Artificiale che scoprirà presto non essere solo una tecnologia, bensì il moderno quanto eterno anelito dell’uomo a rispondere alla domanda più importante della sua esistenza: perché. Il lettore si ritroverà catapultato in un universo dove scienza e fantasia si confondono. Ogni tappa del viaggio che porterà Giulio da Bari fino a Londra, passando per centri di ricerca, università, aziende hi-tech, faccendieri, finirà per convincerlo che Nicola sia stato, in realtà, assassinato. In un euforico intreccio fra interessi economici e sviluppo tecnologico che non adombra le responsabilità sulla creazione di entità artificiali, l’autore si spingerà a sfiorare il tema della comprensione della formazione della coscienza e della possibilità che le macchine possano essere dotate esse stesse di forme di autocoscienza, con sentimenti e intenzioni proprie.

Cantavano all’altalena

16,00 
Questa storia appartiene al tempo dei pendoli e delle altalene, a un oscillare immaginario suggerito dalla tradizione garganica degli sciamboli, al canto delle cummari Marietta e Rosaria, vicine sulla tauledda per evocare il passato, il presente e il futuro, raccontare dei Viscio, del salicornieto sul lago di Varano, degli idrovolanti portati dalla Prima Grande Guerra. Dei Cerasa di Vico, degli agrumi in partenza per l’America, del giardino e della farmacia dei Cordillo di Rodi. Luoghi di una terra dimenticata, quasi un’isola nel mare, fino a quando Mussolini diede al Promontorio i binari della ferrovia. Cantavano all’altalena è un romanzo poetico e visionario a più fili e personaggi. All’oscillare principale delle due comari, s’accordano altre altalene, appese agli ulivi a segnare la vita di donne, madri e fanciulle, destinate a vivere l’amore come abbandono e speranza, tradimento e rassegnazione, preghiera e sacrificio, passione e dolore. Anche gli uomini di questa storia oscillano per sentimenti e intenti, nel desiderio di sapere o non sapere, lavorare la terra o prendere il mare, partire o rifugiarsi in preghiera nella Foresta Umbra, suonare la musica delle tarantelle o il jazz, nel sogno di un altro dondolare, a tempo di swing.

NAPULÈ I mille colori di Pino Daniele

14,00 
Questo lungo racconto è un vero e proprio resoconto fatto a se stesso quando Pino ha cercato di ritrovare cose, persone, avvenimenti che aveva lasciato indietro, sempre per la sua inarrestabile smania di nuovo. La paura di non avere abbastanza tempo lo accompagnava da sempre e dopo la scoperta della malattia ha preso il sopravvento, spingendolo ad affrettare ogni cambiamento. Una immaginaria narrazione raccolta con amore come se fosse l’esito di una lunga conversazione fatta davanti al camino dell’albergo che lo ospitava a Courmayeur prima dell’ultimo concerto nella notte del Capodanno 2015. Il romanzo di una vita che comincia in un piccolo e cadente basso della sua Napoli e che meglio di tante altre storie descrive questa città e il suo popolo così singolare, attraverso la sua famiglia, le amicizie, i primi successi, i suoi amori e la passione per Eduardo De Filippo che ne è stato in un certo senso la guida e l’esempio da seguire. Amori e passioni così forti da costringerlo anche ad allontanarsene per poter meglio sopravvivere alle bizze del suo cuore malato. Aveva sempre saputo che non sarebbe mai diventato o’ vicchiariello ca chiagnenno aspietta ‘a morte, eppure pensava di avere altro tempo. È quello che pensiamo tutti, in fondo, provando inutilmente a rimandare, con la sola forza del desiderio, una decisione finale che non spetta a noi prendere. Quando arriva il tempo, il nostro tempo, vorremmo avere la possibilità di guardare indietro per recuperare cose, persone e sentimenti che abbiamo trascurato fino a dimenticarle, per rimettere tante cose al loro posto. Pino, a modo suo, ci aveva provato, se ci pensate tutti i suoi ultimi anni erano stati dedicati a riannodare quei fili che aveva lasciato sciogliere seguendo il corso troppo veloce di una vita fatta di tante cose diverse. E se alla fine ha lasciato ancora qualcosa di irrisolto, qualcosa che anche dopo aver letto questo libro non avrete capito bene, non importa. Tanto lo sapete già. Quello che conta è o’ sentimento.

SHAKESPEARE ÆNIGMA la Prima Incarnazione di John Florio

28,00 
1571. John Florio, giovane letterato italiano in fuga dall’Inquisizione, si rifugia in Inghilterra dove spera di sbarcare il lunario come precettore. A Londra, per John inizia una scalata sociale che lo condurrà dai lavori più umili fino alla Corte della regina Elisabetta. I suoi incontri con i più alti ingegni dell’epoca, da Giordano Bruno a Christopher Marlowe, da John Dee a Mary Sidney, e un paio di scontri con Miguel De Cervantes, segneranno profondamente la sua esistenza. Ma sarà lo sciagurato patto “cyranesco” con William Shakespeare a cancellare John Florio dalla Storia, dando vita alla più grande truffa letteraria degli ultimi quattro secoli. Similmente a come accade oggi tra i creators delle serie TV, nella Londra Elisabettiana gli autori teatrali lottavano per il successo, sperando di essere ammessi ad un’Aristocrazia dove occultismo ed esoterismo erano all’ordine del giorno quanto i duelli all’arma bianca. La Prima Incarnazione di John Florio si dipana fra il giallo storico, il romanzo di formazione, e il thriller soprannaturale, rispondendo in modo argomentato ad una domanda scomoda: per quale motivo il massimo drammaturgo di tutti i tempi nascose la propria identità letteraria e scelse di non esistere?

NON ABBIAMO SCELTO DI ESSERE LIBERI

17,00 
Ritchie e Dave sono i due leader dei Jacksonville Outlaws, una rock band che negli anni Settanta è riuscita a raggiungere il successo. Ma i due vecchi amici col tempo hanno perso la complicità, e nel 1989, anno in cui si svolgono gli eventi narrati, sono due uomini di mezza età che si sono allontanati. Non sanno più niente l’uno dell’altro, ma provano entrambi una forte nostalgia che li confina in una sorta di stasi creativa ed emotiva. La nostalgia di Dave guarda continuamente agli anni d’oro della band, fino al giorno terribile che cambierà la sua vita per sempre. Ritchie, diversamente, si rifugia nella nostalgia di un passato, lontano nel tempo e nello spazio, che non ha mai vissuto, e che forse non è mai esistito. Non abbiamo scelto di essere liberi è un romanzo musicale che si snoda come una canzone, e racconta di stanze d’albergo, passeggiate a cavallo, case vittoriane, navi da guerra, cieli immensi, incontri, chitarre e musica. Ritchie e Dave svolgeranno un percorso di redenzione che li porterà ad affrontare i propri demoni e (forse) a ritrovarsi.

TERRE STRANIERE – FREMDE LÄNDE

13,00 
Nella favola e nel mito il viaggio simboleggia spesso un passaggio da uno stato ad un altro; una scoperta, un processo di maturazione. Il giovane inesperto che intraprende il viaggio si separa dalla “patria-famiglia” alla ricerca della propria identità. Tutte le poesie hanno il testo a fronte in tedesco.

LE STORIE SDRUCCIOLE

12,00 
Queste storie sono divise in tre gruppi, ad ogni gruppo fa capo una figura geometrica. Ogni storia è stata scritta usando la corrispettiva figura geometrica come schema formale. Le figure sono anche un rimando simbolico ai tre temi trattati, in alcune delle realtà che questi possono assumere. L’ “Io” è il cerchio, la “morte” è il triangolo e l’ “amore”, unica figura tridimensionale posta al centro tra le due, è il cono.

COME PESCARE, CUCINARE E SUONARE LA TROTA

10,00 
Francesco è un giovane pianista alle prese col suo primo vero concerto: il Quintetto “La trota” di Schubert ma le prove con gli altri musicisti diventano un rito di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta. Come pescare, cucinare e suonare la trota, è un racconto di formazione ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo della musica classica (e non) nel nuovo secolo tra mercificazione e arte, mestiere e urgenza.

UNA STORIA NORMALE

10,00 
Una storia lieve. Una continua domanda su cosa sia la “normalità” e il racconto di colei che della “normalità” ne ha fatto la sua ragione di vita.

IL SOGNO DI HAMNET

15,00 
Ai tempi di Elisabetta I, l’Inghilterra divenne il laboratorio di una nuova utopia: la pace universale. Sotto l’influsso di Giordano Bruno, che a Londra aveva trovato rifugio, un circolo di intellettuali elaborò una filosofia capace di unire tutte le fedi in una religione universale. Ma occorreva agire segretamente: le spie papiste erano ovunque, e la cattura del domenicano eretico suonava a monito e diffida. Il teatro, era il luogo buono per la redenzione dalla violenza. Solo col teatro si poteva giungere al popolo. In un’epoca in cui gli attori venivano scomunicati, non si poteva immaginare che un aristocratico diventasse capocomico. Allora Bacone mette a frutto la sua immaginazione scenica e si presenta nella compagnia di un rappezzatore di copioni dall’estro brillante e la scarsa cultura: William Shakespeare. Sarà lui, a propria insaputa, l’araldo del mondo nuovo.

LA METERIA DEL MONDO

15,00 
In una clinica per malattie mentali giace, da anni, Irene: la Dormiente. Sara, che la accudisce, scrive storie che sostiene sia Irene, nei suoi sogni, a suggerirle. Luca Federici, un ricercatore giunto vicino a svelare il segreto della materia, ha ideato uno strumento capace di indurre l’ipnosi nei catatonici. Convocato alla clinica dal dott. Vario Demètri, la sua terapia porta alla luce ciò che doveva restare nascosto. E si scopre che il sonno di Irene è stato indotto, e che Sara conosce più cose, sulla materia del mondo, di quanto Federici sia mai giunto, con la sua scienza, ad intuire. Finché una serie di omicidi non porterà la vicenda ad una svolta che non è, in realtà, se non una regressione a ricordi che lo scienziato ha trascorso l’intera esistenza a rimuovere. Così Federici conoscerà Emily e Lord Graves: alter-ego letterari di Sara, e, tramite loro, la vertigine del tempo, quando si avvolge in una spirale.

ASRAEL

12,00 
Asrael racconta gli ultimi giorni di Paul Verlaine. In una Parigi allucinata, ai suoi occhi, dall’alcolismo, il poeta rivive come in un attimo sospeso fuori dal tempo il suo viaggio per l’Europa insieme a Rimbaud. Scopre di non averne, allora, compreso il senso. Per lui, si era trattato solo di un gioco d’azzardo osato per riottenere la propria perduta creatività; per Rimbaud, di un percorso iniziatico. Con strategia alchemica, ogni città, ogni cattedrale, ogni biblioteca, avevano obbedito ad un disegno segreto il cui scopo era riscoprire una sapienza perduta. Verlaine, un esteta, non aveva compreso il progetto teologico di Rimbaud. Tuttavia, si era abbeverato alla sua giovinezza, ed il suo offrirsi vittima al delirio dell’altro era costato, a Rimbaud, lo smarrimento della propria via. In quegli ultimi giorni della sua coscienza, Verlaine scopre di avere corrotto colui che gli poteva, in quel viaggio, dischiudere un orizzonte di molto eccedente la stessa poesia.