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IL SOGNO DI HAMNET

15,00 
Ai tempi di Elisabetta I, l’Inghilterra divenne il laboratorio di una nuova utopia: la pace universale. Sotto l’influsso di Giordano Bruno, che a Londra aveva trovato rifugio, un circolo di intellettuali elaborò una filosofia capace di unire tutte le fedi in una religione universale. Ma occorreva agire segretamente: le spie papiste erano ovunque, e la cattura del domenicano eretico suonava a monito e diffida. Il teatro, era il luogo buono per la redenzione dalla violenza. Solo col teatro si poteva giungere al popolo. In un’epoca in cui gli attori venivano scomunicati, non si poteva immaginare che un aristocratico diventasse capocomico. Allora Bacone mette a frutto la sua immaginazione scenica e si presenta nella compagnia di un rappezzatore di copioni dall’estro brillante e la scarsa cultura: William Shakespeare. Sarà lui, a propria insaputa, l’araldo del mondo nuovo.

LA METERIA DEL MONDO

15,00 
In una clinica per malattie mentali giace, da anni, Irene: la Dormiente. Sara, che la accudisce, scrive storie che sostiene sia Irene, nei suoi sogni, a suggerirle. Luca Federici, un ricercatore giunto vicino a svelare il segreto della materia, ha ideato uno strumento capace di indurre l’ipnosi nei catatonici. Convocato alla clinica dal dott. Vario Demètri, la sua terapia porta alla luce ciò che doveva restare nascosto. E si scopre che il sonno di Irene è stato indotto, e che Sara conosce più cose, sulla materia del mondo, di quanto Federici sia mai giunto, con la sua scienza, ad intuire. Finché una serie di omicidi non porterà la vicenda ad una svolta che non è, in realtà, se non una regressione a ricordi che lo scienziato ha trascorso l’intera esistenza a rimuovere. Così Federici conoscerà Emily e Lord Graves: alter-ego letterari di Sara, e, tramite loro, la vertigine del tempo, quando si avvolge in una spirale.

ASRAEL

12,00 
Asrael racconta gli ultimi giorni di Paul Verlaine. In una Parigi allucinata, ai suoi occhi, dall’alcolismo, il poeta rivive come in un attimo sospeso fuori dal tempo il suo viaggio per l’Europa insieme a Rimbaud. Scopre di non averne, allora, compreso il senso. Per lui, si era trattato solo di un gioco d’azzardo osato per riottenere la propria perduta creatività; per Rimbaud, di un percorso iniziatico. Con strategia alchemica, ogni città, ogni cattedrale, ogni biblioteca, avevano obbedito ad un disegno segreto il cui scopo era riscoprire una sapienza perduta. Verlaine, un esteta, non aveva compreso il progetto teologico di Rimbaud. Tuttavia, si era abbeverato alla sua giovinezza, ed il suo offrirsi vittima al delirio dell’altro era costato, a Rimbaud, lo smarrimento della propria via. In quegli ultimi giorni della sua coscienza, Verlaine scopre di avere corrotto colui che gli poteva, in quel viaggio, dischiudere un orizzonte di molto eccedente la stessa poesia.

SENTINELLA DEL GIORNO

15,00 
Sebastiano perde il padre, colpito da ictus: la morte ideale per un uomo che non ha mai avuto il coraggio di morire. La figura del padre ha dominato l’infanzia di Sebastiano. La soffitta in cui veniva rinchiuso occupa un posto importante nei suoi incubi notturni. È lì che ha imparato ad osservare le prospettive: i riflessi del sole attraverso il lucernario. Storico dell’arte, esperto di Rembrandt e Caravaggio, viene assunto all’Istituto d’Arte di Eliopoli: cittadina del Sud dove Ario II e i suoi Esseni hanno creato, in età prerinascimentale, una sorta di contro-Sacro Romano Impero. La città è impregnata di atmosfera pagana: riti e cerimoniali ipnotici per un uomo come Sebastiano, cresciuto all’ombra di un’ipersensibilità così violenta da costringerlo alla solitudine. Ad Eliopoli, conosce Matteo ed Irene: i suoi allievi più brillanti. Matteo, in particolare, col suo fascino muove e guida chi gli sta intorno come su di un’immaginaria scacchiera. Sebastiano ha imparato a giocare a scacchi da piccolo. Glielo ha insegnato il signor Ammirati; chiuso, nella casa dirimpetto, in un’eterna, immutabile vecchiezza. Gli scacchi sono diventati, per il piccolo Sebastiano, un’allegoria della sua ansia di libertà dal padre.

L’OMBRA DI CLARA

13,00 
Al crepuscolo del regime marxista, a Zwickau, nella Germania Democratica, si tiene come ogni anno il Concorso “Schumann”. Gabriele e Silvia vi partecipano per opposti motivi: lui, per distaccarsi dalla musica, presenza ossessiva nella sua vita, dopo che la Fantasia di Schumann l’ha saputo risvegliare dal coma; lei, per trasformare in sensazioni le idee sull’universo che il padre, fisico nucleare, le ha trasmesso per simboli e accenni. Silvia, per la prima volta, porta al concorso alcuni brani di Clara Schumann: l’Ombra di Robert, musa ispiratrice e vittima, insieme, del suo genio. Tra i due, si allaccia un rapporto modulato da un segreto sulla natura dell’universo, e come gli armonici più lontani di ogni suono evochino presenze da sempre vicine a noi, ma invisibili. In una sequenza di omicidi e rivelazioni, la vicenda si avvicina sempre più alla soglia di mondi più prossimi alla realtà di quanto, tutti noi, siamo disposti ad ammettere.